#kitchensuspension, quando gli scatti sono surreali in cucina
“L’idea della serie #kitchensuspension (e successivamente il profilo Instagram dedicato @kitchensuspension) nasce da una situazione di assoluta quotidianità”.
BoLOVEgna racconta la storia di #kitchensuspension e di Francesco Mattucci.
“Per ragioni di tempo, di famiglia, di necessità, la cucina è in assoluto lo spazio della casa che vivo di più. Ho pensato di parlare di un luogo fisico, andando all’essenziale, e farne diventare le sue funzioni basilari, quotidiane, elementari, un set. Ma non un set dove si cucina, ma dove gli oggetti che popolano la cucina vivono una vita propria, quasi si prendessero uno spazio tutto loro, uno spazio di divertimento, naturalmente”.
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“Penso che i Social Network, ed Instagram in particolare, possano aiutare la diffusione della cultura del cibo ma non è da trascurare che il propagarsi, per non dire l’esondazione, di immagini di cibo, fornelli, padelle, piatti, eccetera non sempre curate e pensate ma che spesso sembrano più le foto dei menù multilingua dei ristoranti per turisti, possono distogliere l’attenzione e diminuire l’efficacia dello strumento. Instagram, in particolare, è un ottimo mezzo di comunicazione visiva, l’utilizzo degli hashtag corretti che consente di archiviare e organizzare i contenuti, rappresenta un’ottima opportunità per la diffusione della cultura del cibo”.
Francesco ne è certo: essere originali è importante. “Instagram non ha un algoritmo che regola la maniera nella quale vengono distribuiti i contenuti ma questi compaiono nel feed delle persone secondo l’ordine temporale di pubblicazione. In definitiva, considerando che mediamente il 50% dei commenti avviene durante le prime 6 ore di on-air del contenuto, dobbiamo dedurre che è necessario pensare le immagini per far si di guadagnare l’attenzione degli utenti fin dai primi momenti della pubblicazione. Essenziale è anche un corretto utilizzo degli hashtag, individuare quelli più attinenti ai nostri contenuti evitando quelli generici e non pertinenti. Instagram, come altri Social, ha la sua “etichetta” e i progetti andrebbero costruiti pensando al mezzo e non viceversa”.