È ufficiale: i portici di Bologna patrimonio dell’umanità dell’Unesco
I portici di Bologna sono stati nominati patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Ad annunciarlo, la stessa organizzazione.
La candidatura, gli stop, le numerose documentazioni. Poi finalmente la bella notizia.
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Grande la gioia dell’assessore alla cultura Matteo Lepore che, sui social, ha ringraziato del supporto “il Ministero della Cultura, il Ministro Dario Franceschini e tutte le realtà che ci hanno aiutato è supportato. E adesso si festeggia”.
“Con il riconoscimento di oggi, l’Italia ottiene il terzo sito in questa sessione Unesco”, ha commentato la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni durante la seduta del 44/o Comitato del Patrimonio Mondiale riunito a Fuzhou, in Cina. “Grazie all’impegno e lavoro degli uffici del MiC, della diplomazia, dell’assessore Orioli con gli uffici del comune, Bologna e i suoi portici trovano il posto che spetta loro”.
Il portico, elemento adottato da secoli in tutto il mondo, a Bologna trova la sua più completa rappresentazione: dal XII secolo ad oggi viene riproposto nei suoi edifici, diventando l’elemento caratterizzante del tessuto urbano.
Si tratta di un sito costituito da 12 componenti collocate in aree sia centrali sia periferiche della città. Esse rappresentano l’esito straordinario di un sistema di regole urbane che hanno favorito la realizzazione di una tipologia architettonica che si è declinata in maniera differente nella città nel corso di nove secoli. Già lo statuto comunale del 1288 prescriveva che nessun nuovo edificio doveva essere privo di portico, e specificava che questi dovevano essere alti almeno 7 piedi bolognesi (2,66 metri), in modo da permettere il transito di un uomo a cavallo con cappello in testa. Identica anche la larghezza minima.
Numerosi gli architetti, pittori, scultori e artisti in generale di passaggio a Bologna, per studio o piacere, che hanno lavorato sui portici e vissuto al loro interno, portando questo elemento altrove in Italia e nel mondo, in ogni epoca storica.